Frane, tornado, grandine con chicchi grossi come uova. Bombe d'acqua improvvise. Quello che è accaduto negli ultimi giorni nel Nord Italia è figlio dei cambiamenti climatici che stanno flagellando il pianeta.

Greta Thunberg e i Fridays for Future ci hanno svegliato, ci hanno spinto a capire e a confrontarci con quello che accade intorno a noi, anche se discusso o polemizzato. Di fatto, la stessa siccità nel Sud Italia ci parla la medesima lingua. E accade in Europa, così come in Amazzonia, nelle Filippine, nel mondo ovunque.

La canapa non è la soluzione ma, insieme alla riforestazione, alla biodiversità, diventa il principio del cambiamento anzitutto mentale.

Una delle azioni della cannabis è quella di ridurre la concentrazione di gas climalteranti in atmosfera: le piante assorbono e trattengono CO2, sottraendola all’atmosfera, producono ossigeno, fissano il carbonio nel suolo per mitigare gli stessi cambiamenti climatici, secondo le politiche individuate nel protocollo di Kyoto.

"Come ricordato recentemente sempre da Legambiente, l’Italia è oggi l’unico grande Paese europeo a non disporre di un Piano nazionale che definisca chiaramente le priorità di intervento per le aree a maggior rischio nel nostro Paese. Dopo la consultazione sulla prima bozza del Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici (Pnacc), realizzata nel 2017 con l’autorevole contributo del Centro euro-mediterraneo sui cambiamenti climatici (Cmcc), del testo si sono infatti perse le tracce.
Nel frattempo però la crisi climatica non si è dimenticata di noi: come testimoniano gli ultimi dati Ispra il 2019, con +1.56°C, è stato il 23° anno consecutivo con anomalia positiva di temperatura rispetto al valore climatologico di riferimento 1961-1990"

(https://www.greenreport.it/news/clima/litalia-del-nord-tra-maltempo-e-mancato-adattamento-ai-cambiamenti-climatici/)